giovedì 3 aprile 2008

L'Angolo di Davide


Ciao a tutti, eccoci giunti ad una nuova occasione per meditate con ed attraverso la lingua italiana. Sì, perchè questa volta: bando ai quiz e largo agli esercizi di stile!!!!
Pensereste mai di indossare lo stesso abito in tutte le stagioni? o per tutte le occasioni? No, certo.
Così come non possiamo pensare che forma, stile, tono e contenuti di ciò che scriviamo possano restare uguali per tutti i destinatari.Allora sulle orme del brillantissimo :"Lezioni di stile" del francese Raymond Queneau, tradotto abilmente da Umberto eco ( e ve ne consiglio caldamente la lettura), vi suggerisco una frase semplice e senza vistosi connotazioni di registro e vi invito a scriverne 4, 5 ... versioni differenti per stile e registro linguistico.
Ma quanti stili esistono? un’infinità: aggressivo, autoritario, caldo, freddo, colloquiale, comprensivo, consolatorio, didascalico, diretto, formale, passionale, professional, risentito, romantico, sarcastico...
Certamente se vi rivolgeste alla platea dei convenuti alla consegna dei premi Nobel non usereste lo stesso stile di un messaggio al cellulare...
Forza; proviamo insieme!!
"al risveglio un dolce tepore proveniente dai raggi del sole che filtravano dalla persiana mi mise una gran voglia di uscire a passeggiare. La prima tappa fu il bar, ma non quello fumoso e pieno di gente sotto casa... bensì andai ad assaggiare i cornetti appena sfornati al bar del parco Belgioiso dove, sorseggiando il cappuccino seduto ai tavoli all'aperto puoi anche leggere un libro di quelli esposti nella biblioteca annessa.Lì conobbi la donna della mia vita."
Ora tocca a voi !

17 commenti:

Andres47 ha detto...

Caro Davide,
Come speravo, sei stato rapido ed efficiente, ma per noi spagnoli, il tuo quiz risulta troppo facile...
Infatti, nelle orcheste di ritmi latini, tra i vari tamburi ce n'è uno che si chiama quasi esattamente come il piatto al quale tu fai riferimento....
Lascio ad altri la risposta, ma sono sicuro che arriverà tra poco, anzi, pochissimo.

Anonimo ha detto...

Caro Davide, essendo un'amante della musica benché non lo sia tanto della gastronomia, direi che la pietanza a cui fai riferimento sarebbe Il Timballo. Spero che i folletti non mi abbiano fatto sbagliare, giacché in un mese che comincia col Pesce di Aprile tutto è possibile!
Angela

Anonimo ha detto...

Ciao Angela,
Ottimo!! Hai proprio indivinato!E' il timballo, ed ammetto la mia ingenuità nell'avervi proposto un quesito per voi molto semplice...Allora accetterete volentieri un'ulteriore sfida...: sapreste indicare la "localizzazione" di ognuna delle specialità indicate? Si tratta infatti di ricette gastronomiche legate precisamente ad un'area geografica, anche se poi si sono diffuse in tutta Italia (ed alcuni nel resto del mondo, con nomi diversi).
Con i miei più vivi complimenti
Davide Desiderio

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

Caro Davide, questa volta ci hai messo in un bel pasticcio, giacché alcune delle pietanze da te nominate non hanno un'origine tanto chiara. Per quanto riguarda il Pandoro alcuni studiosi legano la sua origine alla Reppublica Veneta, mentre altri invece dicono che deriva da un altro dolce veronese e c'è anche una tesi che lega il suo origine alla Casa Reale degli Asburgo.
In quanto il Soufflè deduco che la sua origine sia legata alla Francia, essendo esso il participio passato del verbo "souffler", vale a dire soffiare, gonfiare.
Il Babà è indubiamente uno dei dolci più tipici della tradizione napoletana mentre la Bagna Cauda è una specialità piemontese e lo Sformato rimane in dubbio tra calabrese ed emiliano.
Mi auguro d'aver risposto adeguatamente il tuo quesito.
a dopo,
Angela

Anonimo ha detto...

Complimenti Angela.. come una cuoca provetta hai esattamente individuato la provenienza e l'origine di quelle specialità gastronomiche...Allora con l'acquolina in bocca vorrei riassumere per i nostri lettori le risposte esatte:

1) Il Soufflè (Francese importato alla corte estense e diffuso in Emilia)
2) Il Babà (napoletano)
3) Il Pandoro (veronese)
4) il Timballo (emiliano soprattutto nella versione di tortellini)
5) la Bagna cauda (torinese/piemontese)
6) Lo Sformato (non c'è una precisa collocazione geografica, ma quello di verdure ricorre in moltissime ricette italiane e soprattutto emiliane).
Buon appetito!
Davide Desiderio

Anonimo ha detto...

Ah, come è furbo Lei, amico Desiderio...
Lei sottolinea "vedi", quindi vedere non è affatto assaggiare, per cui doviamo scartare le "putizze" friulane..peraltro dei dolci gustosissimi!
E da guardare e di nome putizza, ci restano soltanto quelle toscane, che sono dei fenomeni analoghi ai vulcani, benché siano getti d'acqua bollentee non di roccia fondente.
Giusto?

saluti
Laura Alvarez

Anonimo ha detto...

Molto bene, signora Laura! Lei ha indovinato e .. non è caduta nel mio piccolo tranello... In effetti si parlava di Toscana, per cui era automaticamente escluso il fatto che si potesse parlare dei dolci friulani... Ebbene sì, le putizze sono dei soffioni boraciferi che il terreno di tipo vulcanico emette sotto forma di getti di vapore... Io ne ho visti personalmente a Larderello ed è un paesaggio particolarissimo..il terreno è brullo e senza vegetazione per l'alta temperatura del sottosuolo e l'aria è densa di umidità e afrori particolari... Sono convinto che Dante ne avesse visitate alcune nella sua Toscana e ne fosse rimasto talmente impressionato da prenderne spunto per i suoi paesaggi infernali della Divina Commedia...
Con i miei complimenti
Davide Desiderio

Anonimo ha detto...

Caro amico Davide,

secondo me il punto francese e una misura per calzature. Non saprei dirle da dove viene il nome, ma so che si chiama anche "punto europeo".
un caro saluto

Silvia P.

Anonimo ha detto...

Ebbene sì, cara Silvia, in Francia, Germania, Italia ed anche nella vostra bella Spagna e nella maggior parte degli altri paesi europei continentali, la misura tradizionale per la lunghezza delle scarpe è espressa in punto francese (che corrisponde a due terzi del centimetro).Quindi il Punto francese è l'unità di misurazione per le calzature, come bene risponde la nostra amica Silvia. Quindi la taglia della scarpa è ricavata dalla dimensione della sua lunghezza in centimetri moltiplicata per due e poi diviso tutto per tre.
Non si deve all'Italia , pur avendo una fiorentissima tradizione tutt'oggi consolidata di prodotti calzaturieri di grande qualità, il merito di aver introdotto sistemi di misura, che invece sono stati studiati in Europa dai Francesi (punto francese ) e dagli iglesi (misura inglese).
Alla prossima e .. complimenti a Silvia

Davide Desiderio

Andres47 ha detto...

Caro Davide....
Questa volta posso dire che mi hai veramente sorpreso...
Non sapevo che fossi un cultore degli "Esercizi di stile" di Queneau ( Einaudi editore, 237 pagine).
È veramente un'opera unica che come ben dici tu, Umberto Eco ha non solo tradotto, ma adattato all'italiano con mano magistrale.
Perciò penso che per giocare "comme il fait" tu debba scegliere i diversi stili che voglia, a mo' di sfida...
Sospetto che a giocare non saremo certo troppi ma ci divertiremo insieme...
Un caldo saluto

Anonimo ha detto...

Mi pare di giustizia che il risultato del mio scorgimento vada sotto la sua rubrica. Sa che l'ammiro profondamente.

Stile Interrogativo:

Saranno stati i raggi del sole a farmi provare quel tepore che poi mi fece venir la voglia di fare una passeggiata? 
Che cosa mi avrà spinto a dirigere i miei passi verso il parco Belgioiso; a prediligere quel bar lontano, tranquillo e vuoto, di fronte a quello vicino, affollato e affumicato ? 
Sarebbe potuto essere l'attrazione prepotente dei libri che vi si offrivano per tutti quanti ne volessero? 
O forse il cappuccino caldo o il cornetto appena sfornato che vi degustai con parsimoniosa lentezza ? 
O magari il fatto innegabile di avere trovato, quel giorno e tra quegli alberi frondosi, la donna della mia vita ? 
Come si fa a saperlo?

A. Lebròn

Anonimo ha detto...

Le sono davvero grato, signor Lebron, per il suo contributo. E' molto originale nella forma interrogativa, che lei ha scelto..del resto mi pare importante sottolineare questo atteggiamento tra il nichilista (ben sottolineato dalla perentoria domanda finale: "come si fa a saperlo?")ed il meditativo, vale a dire di colui che di fronte agli eventi della vita od alle libere scelte personali si interroga. A mio parere è decisamente meglio avere dubbi, piuttosto che certezze!! I dubbi sono il motore della curiosità, del sapere e dell'apertura .
Post scriptum: complimenti anche per la ricchezza e la proprietà di linguaggio.
Grazie
Davide Desiderio

Anonimo ha detto...

Caro architetto,
Lei è molto generoso nelle sue opinioni sul mio lavoro e le mie capacità. Purtroppo, Malena non la pensa come Lei. Qualche giorno fa ho ricevuto una sua lettera dove mi accusa di essere “un cretino que no sabe ni sonarse los mocos”. Rischierei il ridicolo se Lei per caso conoscesse qualche rudimento della mia madrelingua : mi auguro di no, ma sappia che quelli soprascritti sono concetti poco edificanti nei confronti di uno che, fino a pochi giorni, è stato marito, amico e amante.
Venendo al dunque, forse non ho saputo spiegarmi bene riguardo il mio atteggiamento verso la vita, premettendo ovviamente che questo innocente gioco di stile ne sia un riflesso.
Io non sono affatto nichilista, persino direi che nutro una salutare diffidenza verso tutto e tutti ( le mie ragioni ce le avrei; non bisogna adesso approfondirne) e credo di averlo dimostrato tramite l'utilizzazione del futuro anteriore “concessivo” (Saranno stati. i raggi.?.Che cosa mi avrà spinto.?..)
che come converrà ha una sfumatura molto diversa del condizionale passato, mettendo il tutto dentro la nebulosa del “mai accaduto”.

Sappia, professore, gradire le mie sincere dimostrazioni di ammirazione e simpatia


A. Lebròn

Anonimo ha detto...

gentile signor Lebròn, sfortunatamente per lei posseggo più di qualche rudimento di lingua spagnola e capisco bene quelle indecorose parole, che la signora Malena credo immotivatamente le ha rivolto. Mi creda partecipo con grande sim-patia nell'accezione originaria del termine, nel senso cioè di soffrire (patos) insieme (sim) con lei al suo dispiacere. Anche se la discrezione ed il fatto che non la conosco di persona non mi permette certamente di prendere posizione o di esprimere giudizi in merito. So solo che quelle parole in lingua spagnola sono assolutamente incoerenti con l'immagine di erudito e sensibile letterato che si sono potuti fare di lei insieme con me i lettori del blog.
Mi auguro che queste nostre disquisizioni possano allieviare le sue pene e distrarla un poco...
Grazie anche della precisazione sul suo nichilismo "concessivo".
Cordiali saluti
Davide Desiderio

Anonimo ha detto...

Architetto,
Ho sotto gli occhi il suo commento, e leggo:

"Anche se la discrezione ed il fatto che non la conosco di persona non mi permette certamente di prendere posizione o di esprimere giudizi in merito"

Mi creda se Le dico che non riesco a capire il senso di queste parole, quanto più sapendo come ora so che Lei possiede "più di qualche rudimento di lingua spagnola".

Non c'è bisogno di essere un Cervantes per sapere che "cretino" vuol dire lo stesso in ambe due le lingue, e io mi chiedo se Lei, mio caro signor Desiderio, pensa che io possa essere un cretino, o cosa del genere.
Soltanto su questa pretesa si capirebbe l'oppinione da lei emessa quando scrive "la discrezione...non mi permette certamente di prendere posizioni o di esprimere giudizi in merito"

Rimango fiducioso nel ricevere un'adeguata spiegazione che tolga i miei dubbi e faccia sparire le nuvole che minacciano la nostra epistolare amicizia.

A. Lebròn

Anonimo ha detto...

Ciao Jota,
ho pensato di assecondare la tua accorata richiesta di collaborazione ai contenuti del blog con una nuova versione dei miei quiz, ma questa volta (per eliminare la possibile noia)legati alla proposta di Marisa...
Vedi tu come "confezionare" la cosa.
La mia proposta, se Marisa è d'accordo, è di proporre la visione del famosissimo film di Federico Fellini:"La doolce vita", un suo capolavoro girato nel 1960 a Cinecittà ed in alcuni esterni a Roma. Credo che si possa trovare il dvd anche a Madrid in lingua originale. Il film è interessante perchè segna anche il passaggio dai primi film neorealisti di Fellini, a quelli della piena maturità, più ricchi di contenuti artistici. Un'altro motivo d'interessare per i bloggisti è che il film è stato oggetto di grandi discussioni alle prime milanesi e veneziane, soprattutto per gli atteggiamenti del protagonista impersonato da Marcello Mastroianni.
Ebbene esiste all'interno del film una scena memorabile, che tutti voi conoscerete, perchè fa parte dell'immaginario collettivo.Mi riferisco alla famosa scena del bagno nella Fontana di Trevi dell'attrice Anita Ekberg e di Marcello Mastroianni.
Ecco il mio quiz (che ovviamente presuppone la visione del film):
Quando Anita Ekberg e Marcello Mastroianni entrano nella Fontana di Trevi che cosa succede?
1. Si spengono le luci
2. Arrivano i carabinieri
3. Si ferma la cascata d'acqua
4. Suonano le campane di S.Pietro
5. Un passante sorride e scatta una foto.

Allora :Buona Visione a tutti...ne varrà la pena. Una sola presisazione: armatevi di buona pazienza e di molto caffè, dura 3 ore!!!